Tutto può essere pretesto per chi voglia alimentare crociate ideologiche. Ma fa sorridere che una pattuglia di atei romani – legittima ovviamente la loro "fede”, meno che vogliano impedire ad altri di parlare – abbia preso a pretesto una frase di un recente libro (Il senso di Eva per la vita, storia di una ragazzina totalmente disabile e della sua numerosa e generosissima famiglia) per chiedere che il capo dei vescovi italiani, Matteo Zuppi, non potesse parlare all’università Roma3.
Cosa si diceva nel libro? Che la scienza sa molte cose ma non conosce i miracoli. Tanto è bastato per sostenere che il capo dei vescovi sarebbe il solito prete oscurantista, al quale perciò non andava permesso di fare lezione nella laicissima università. Il rettore non ha seguito questa linea di “pensiero”. Resta il fatto che l’affermazione presa a pretesto in definitiva non fa che confermare quel che certi atei pretendono e cioè che la scienza è scienza, e i miracoli non rientrano nel suo campo.
Dov’è dunque lo scandalo? Ma intanto Eva, 18 anni da poco, continua a vivere contro ogni previsione e la sua famiglia è un miracolo vivente di accoglienza e amore per chiunque: disabili, ammalati, tossici, prostitute, ragazze madri, rifugiati, credenti e non. Zuppi, alias don Matteo, ha dato voce a Eva e alle tante Eva che vivono. Va ringraziato, così come un grazie va a quell’università che ancora non chiude e limita il pensiero umano. Potrebbe diventare rara.
di Gianni Varani