Obiettivo centrato. Grazie al Carlino, grazie al Rotary Club Valle del Rubicone, ma grazie anche al nostro club L'inguaribile voglia di vivere. Patrizia Donati (nostra socia onoraria) è una disabile forlivese paralizzata e muta da quasi 20 anni, ospite della Casa della Carità di Bertinoro, che da tanto tempo aveva un sogno: trascorrere un'estate al mare. Quest'anno ce l'abbiamo fatta. Il Club L'inguaribile voglia di vivere ha sensibilizzato molti ambienti, la scorsa primavera. Il Carlino, grazie a un articolo del presidente del nostro club, Massimo Pandolfi, ha lanciato la proposta-appello di Patrizia che il Rotary Club Valle del Rubicone ha colto al volo, anche perché due anni fa aveva già conosciuto la storia di Patrizia attraverso il racconto di Pandolfi, ospite del Rotary per presentare il suo libro L'inguaribile voglia di vivere.
Il Rotary ha finanziato l'operazione e, nei mesi di luglio e agosto, Patrizia è stata al mare, a Villa Salus di Viserbella di Rimini. Giovedì 8 ottobre, per festeggiare la 'missione compiuta', ci siamo trovati a Casa Artusi, a Forlimpopoli, nel corso di una cena conviviale con tutti i soci del Rotary. E Patrizia ha fatto leggere a sua figlia Erica una bellissima lettera con la quale la nostra socia onoraria ha raccontato la sua estate al mare.
La lettera di Patrizia
Ho tante cose da raccontare sull’estate che ho trascorso al mare, a Villa Salus, una struttura che si trova a Viserbella di Rimini, e ringrazio il Rotary club Valle del Rubicone, il Resto del Carlino e il Club L’inguaribile voglia di vivere: è per merito loro se nei mesi di luglio e agosto ho realizzato un mio desiderio, quello cioè di poter trascorrere un periodo al mare.
Ho fatto amicizia con tante persone e tutti mi hanno voluto bene; ho trascorso con loro giorni in ottima compagnia e mi sono divertita molto, perché insieme abbiamo riso tanto. Vicinissima alla struttura c’era la spiaggia e io ci andavo con le mie assistenti quando mi era possibile. Ho ammirato per ben due volte la bellezza dei fuochi d’artificio sull’acqua; dalle cinque del pomeriggio c’era musica in spiaggia e tante persone di ogni età ballavano. Era molto divertente stare a guardare.
Nella mia stanza c’erano quattro letti e accanto a me c’era una bella signora di nome Filomena; la chiamavamo ‘la capo sala’ oppure ‘il boss’, perché andava a controllare se tutto andava bene nelle camere di tutti. Che risate facevamo! Lei, come suo ricordo, mi ha regalato una bellissima bambolina che ho messo vicino alla mia televisione e mi diceva che il mio desiderio di tornare il prossimo anno a Villa Salus si potrebbe avverare. Speriamo.
La mattina, subito dopo avermi alzata dal letto, si andava sul terrazzo a fare colazione, e questo mi piaceva tanto, perché potevo ammirare il sole sorgere. Desideravo vederlo da tanti anni!
In genere alle sei del mattino mi davano le medicine, alle sette le infermiere facevano i bagni in una barella e altri preparavano i pazienti che avevano terapia alle otto. Io venivo alzata alle otto e mezzo, dopo facevo colazione e si facevano le dieci; alle undici avevo la terapia, a mezzogiorno c’era il pranzo e all’una e mezzo andavo a riposare fino alle quattro. Alle cinque arrivava la mia assistente e andavamo in terrazzo fino alle sei, l’ora della cena. Dopo cena si andava in giardino fino alle nove e così la mia giornata terminava.
Vi chiederete: quando andavo al mare? Mi spiego: ci andavo nei pomeriggi quando potevano venire a trovarmi mia sorella o delle amiche e alla domenica con la mia assistente Paola. Durante le giornate non avevo molto tempo per scrivere al computer, cosa che per me è fondamentale per dialogare.
Ho visto anche cose buffe: un giorno alle nove e mezzo del mattino due persone di mezza età erano in acqua in atteggiamenti amorosi; anche coppie di giovani si sbaciucchiavano in mezzo alla gente e una coppia, a metà sera, aveva steso due materassini in riva al mare... E io mi chiedevo: ma non si vergognano? Evidentemente no...
Quando c’è stato un grande temporale estivo, io, dalla vetrata, ammiravo la bellezza del mare, che cambiava colore, e le nuvole grigie e minacciose che venivano sbattute qua e là dal vento.
Era bello guardare e... sognare!
Patrizia