Una struggente lettera scritta da un figlio per realizzare il sogno di suo padre, malato di Sla. Vedere i suoi monti dell’Adamello dall’elicottero. Detto-fatto: grazie all’Aisla, Gabriella e Alessandra, il Club ha realizzato il sogno di Sergio. Ecco la lettera scritta da suo figlio.
Buongiorno, mi chiamo Roberto, vi parlerò di Sergio un uomo straordinario, il mio super papà. Papà è sempre stato un uomo pieno di vita, con mille idee, una grande manualità e una immensa passione per le moto e per la montagna. La sua moto negli ultimi anni lo ha accompagnato in tantissimi viaggi che ha sempre condiviso con quella fantastica persona della mamma, Assunta. Insieme partivano e scorrazzavano per le montagne e i passi che le nostre valli ci rega-lano e che da giovane insieme abbiamo raggiunto con lunghe camminate immersi nel silenzio della natura. All’inizio del 2010 papà ha cominciato ad avere alcuni problemi agli arti inferiori con la comparsa di crampi muscolari e successivamente una difficoltà nella deambulazione, il tutto compatibile con la malattia del motoneurone. Nel marzo 2011 in un ricovero presso il Centro Clinico Nemo all’ospedale Niguarda Cà Granda di Milano è stata confermata la diagnosi di SLA. Per papà è stato davvero difficile accettare questa sua situazione di non autosufficienza ma la cosa più dolorosa per lui è stata l’impossibilità di poter fare quello che lui desiderava tanto... il NONNO... l’incapacità di correre, giocare, prendersi cura, abbracciare o semplicemente accarezzare i suoi nipotini lo ha sempre addolorato. La voglia di vivere di papà ha distrutto ogni incertezza e così ha deciso di acconsentire all’intervento di tracheotomia. Papà ancora oggi fatica ad accettare la sua situazione e per quanto possibile noi cerchiamo di stimolarlo e assecondare alcuni suoi sogni. Fino a prima dell’intervento di tracheotomia io e papà il sabato mattina partivamo e andavamo a fare i no-stri giretti in macchina, si andava a fare la spesa o fare quattro passi in carrozzina, l’importante era uscire di casa a vedere il mondo e non solo le quattro mura domestiche... Dopo la tracheo è stato sempre più difficile gestire le uscite di papà, perché uscire vuole dire avere dei mezzi a disposizione che non è facile ottenere, oltre che al blocco psicologico di papà che si sente troppo osservato in mezzo alle persone. Per dare una smossa a questa situazione a luglio dell’anno scorso io e mia moglie Simona abbiamo organizzato il nostro matrimonio senza barriere... dalla chiesa al ristorante il tutto organizzato perfettamente per far si che lui ci fosse e per dimostrargli che poi non è così difficile stare insieme alla gente senza sentirsi “diversi”... ed alla fine è stato fantastico e anche lui con noi si è emozionato e divertito. A giugno di quest’anno vicino a casa, sul lago d’Iseo, s’è prospettata una unica occasione, l’artista Christo ha creato una bellissima installazione artistica, the floating piers, pontili galleggianti sulle acque del Lago d’Iseo. Io e mia moglie una domenica approfittando di una bella giornata abbiamo attraversato l’intera installazione e mentre passeggiavo mi chiedevo quanto sarebbe stato emozionante portarci papà... ma i miei pensieri sembravano solo illusioni... sino a quando vuoi per fortuna vuoi un segno del destino abbiamo visto attraversare il ponte da persone in carrozzina che indossavano magliette dell’associazione AISLA BRESCIA... che dire... un emozione, così io e mia moglie ci siamo guardati e il nostro cervello ha cominciato a macinare a mille allora...Il giorno stesso non appena visto papà gli ho chiesto se avrebbe voluto salirci e lui mi ha svelato che era già da giorni che sognava questo ma era troppo preoccupato di farci “tribulare troppo”... Nei giorni successivi mi sono messo in contatto con AISLA BRESCIA ed in particolar modo con Alessandra, che dopo le sue preziose informazioni mi ha fatto realmente rendere conto che sarebbe stato possibile portare papà su the floating piers. Visto il tempo ristretto, ormai erano gli ultimi giorni dell’installazione, con l’impagabile e formidabile aiuto di Alessandra siamo riusciti ad organizzare l’uscita e in men che non si dica eccoci... quattro ruote su the floating piers. Quasi increduli, eppure eravamo li tutti insieme, in mezzo a migliaia di persone con papà in lacrime dalla felicità. È stato stupendo e uno stupore ancor più grande vedere papà impassibile e felice in mezzo alla gente tanto che appena rientrati a casa ci ha comunicato che avremmo potuto restare di più...E da qui è nato l’ultimo sogno di papà, visto l’amore per le sue montagne e per il suo nipotino Filippo, il suo desiderio più grande ora è quello di accompagnare in elicottero Filippo a vedere dall’alto le sue montagne ed in particolare la cima del Monte Adamello, che ha sempre visto da lontano e sognato di raggiungere.
Per un sogno così grande ci vogliono tanti cuori disposti ad aiutarci perché da soli questa impresa resterebbe solo un desiderio di papà. So che per molti che leggeranno questo desiderio sembrerà assurdo e si chiederà perché un figlio voglia realizzare questa avventura, ma chiunque ami il proprio genitore sarebbe disposto a cercare anche una navicella per portarlo sulla luna. Credo che il monte Adamello sia più vicino della luna, e questo direi che già ci avvantaggia... voglio credere che ci siano altre persone come Alessandra che possano unire il proprio immenso e gratuito amore per questo sogno. Grazie per aver ascoltato le mie parole.
di Roberto Bellesi