Era il primo luglio del 2010. Dieci anni fa.

Laura Salafia, 34 anni, sorrideva felice con i suoi compagni di studi. A Catania, nei giardini del monastero dei Benedettini, aveva appena superato brillantemente l'esame di letteratura spagnola: 30 e lode. Il massimo dei voti, un'abitudine per lei. E non fatevi ingannare dalla età non verdissima della studentessa. Non era Laura una che la tirava lunga con gli studi: in realtà aveva già una laurea (Lingue) e cercava il bis in Lettere Moderne per poter coronare il suo sogno, fare l'insegnante. Studiava e lavorava.

lauraUn attimo, un maledetto attimo, ha travolto e stravolto l'esistenza di Laura. A mezzogiorno in punto è crollata a terra, più morta che viva, colpita da una pallottola vagante che le si è conficcato nel collo. A sparare, il custode della grande chiesa che affianca il monastero: non voleva colpire Laura, ma un uomo che pare lo prendesse in giro in continuazione. Laura è finita sciaguratamente in mezzo a una sciocca e futile lite.

Oggi Laura ha 44 anni (li ha compiuti il 5 giugno scorso) e dal quel 1 luglio 2010 è tetraplegica, cioè paralizzata in tutti i quattro arti. Un respiratore artificiale la aiuta a vivere, le consente anche di parlare. In questi dieci anni Laura ha dimostrato una straordinaria e commovente inguaribile voglia di vivere.

Ripete, da sempre: 'Quando ero nel pieno del vigore ritenevo di poter fare tutto da me. Ora riscopro il senso della fragilità della vita, l'incapacità di poter agire da sola. Quando sono uscita per la prima volta in giardino, tanti anni fa, a Montecatone, con mio papà (a Montecatone Laura ha fatto una lunga riabilitazione ndr) ci siamo fermati insieme ad ammirare gli alberi e i fiori. Li annusavo tutti. Tante volte, presi dalla quotidianità e dalla frenesia, non ci rendiamo conto dello splendore che ci circonda'.

Il decimo anniversario del dramma cade purtroppo in un altro momento particolare e delicatissimo per Laura. Il Covid che ha messo in ginocchio il mondo ha di nuovo stravolto la vita di questa sfortunata ragazza, che viveva insieme ai suoi genitori: il virus si è portato via suo papà, Nino, e ora anche sua madre, Enza, è uscita dalla pandemia con le ossa rotte e ha bisogno di continua assistenza. A casa Salafia è di nuovo emergenza, purtroppo. Servono assistenti (per Laura, ma anche per la mamma) servono tante cose.

Il Club L'inguaribile voglia di vivere si è già dato da fare e sta contribuendo ad aiutare la famiglia Salafia: dateci una mano anche voi, ridate una speranza a Laura, la guerriera.

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