Prova ad immaginare di essere un pellegrino, un povero ammalato nel 1400 nella lontana Borgogna. Sei in un grande letto che devi condividere con almeno altre due persone, in una grande sala tra silenzi e lamenti avvolto dal “profumo” di un’umanità ferita. Eppure la cosa più strana che ti viene offerta subito da contemplare è la vista di un grandioso polittico , il Giudizio Universale realizzato da Rogier van der Weyden posto nella cappella dell’ospedale di Beaune direttamente collegata alla corsia. Perché?
Come ci racconta Marco Carminati : “Nell’Europa cristiana il malato e il sofferente erano visti come l’imago Christi e come tali ad essi si dovevano non solo cure solerti e amorevoli ma anche il massimo degli onori e della magnificenza.” Nessun affresco però eguaglia quelli dell’ospedale di Santa Maria della Scala a Siena. Le pitture raccontano la fondazione dell’ospedale ma anche i servizi che poteva erogare agli utenti: cure mediche, supporto psicologico, assistenza spirituale prima e dopo il trapasso, accompagnando con le immagini le informazioni per gli assistiti.
Se pensiamo ai nostri luoghi di degenza, ospedali o case di riposo , nella migliore delle ipotesi anonimi e asettici possiamo capire quanto sia profondamente cambiata la visione del malato nella nostra società. La carità può arrivare a farsi bellezza se non dimentica il valore infinito che ha ogni persona e questa certezza diventerà creatività inimmaginabile.