Fausto Podavini è fotografo professionista da molti anni. E’ stato vincitore del primo premio sezione Daily Life del world Press Photo, uno dei maggiori riconoscimenti a livello mondiale nell’ambito del fotogiornalismo con il suo lavoro “MiRelLa” che racconta la vita di tutti i giorni di una coppia, Mirella e Luigi, uniti da 43 anni e della loro lotta contro una malattia come l’Alzheimer. L’ Alzheimer è una malattia degenerativa che attacca la memoria, il pensiero, il comportamento e le emozioni e si può definire un tipo di demenza. In Italia circa 600.000 persone soffrono di questa malattia. La persone perde pian piano l’autonomia e il senso di sé.

Per Mirella questo ha significato che i compiti di ogni giorno diventavano sempre più lunghi e difficili.

Ad un certo punto Luigi ha smesso di mangiare perché non distingueva più la funzione delle posate e il cibo stesso. Incapace di distinguere il giorno dalla notte, dormiva di giorno e stava sveglio di notte e anche Mirella ha dovuto cambiare i suoi ritmi. Dopo 5 anni di malattia Luigi non riconosceva più sua moglie.

Gli scatti di Podavini raccontano soprattutto la dedizione e l’amore di questa donna che ha assistito il marito fino al termine della sua vita. «Ho fotografato l’Alzheimer -racconta il fotografo- passando per la quotidianità di chi assiste il malato. Un quotidiano fatto di oggetti e segni, gesti e attenzioni, dove giorno dopo giorno l’incredulità fa spazio alla speranza ed i ricordi fanno spazio al dolore. Ho provato a raccontare il morbo attraverso il sentimento di Mirella.… Il lavoro è durato quasi quattro anni e le difficoltà fotografiche sono state niente rispetto a quelle emotive, cercando di diventare invisibili in un ambiente così ristretto, intimo e così conosciuto. E’ una storia di vita quotidiana, è una storia Italiana, ma in realtà è una storia che non ha confini e che colpisce le persone indipendentemente dal sesso, dal ceto sociale, dal paese di provenienza. Ho voluto raccontare l’Alzheimer per una serie di motivi. Perché mi occupo di reportage sociale, perché ho visto in MiRelLa una storia intensa e importante da raccontare e perché documentandomi ho scoperto che c’è molta carenza di informazione sull’argomento».

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