Guardando in giro per il mondo con occhi aperti ci si imbatte in tante “belle persone”. Anna Formaggio è una di queste. E’ disegnatrice professionista e da anni illustra libri per bambini cercando di “incanalare la creatività dentro un alveo che possa diventare una strada”. Raccontare con levità la vita ai bambini, gioie e dolori compresi, ha lo stesso potere curativo e preventivo delle cure mediche perché, in ogni lavoro quando ci si coinvolge nei rapporti si può trovare una strada umana misteriosa e bella. Ecco la sua testimonianza.

«Nevio, dove eri?»

«Ah…,molto lontano…Non capisco dove sono andati tutti i pesci…, forse si sono nascosti dietro questi scogli?»

Il bambino con un libro illustrato in mano, fa viaggi lunghi. Le figure dei libri mi hanno sempre fatto andar lontano, quando non sapevo leggere e anche quando ho imparato a leggere. La potenza delle figure è talmente affascinante, soprattutto quelle dove succede qualcosa. Di pagina in pagina mi affezionavo al protagonista, scoprivo mondi sconosciuti. Storie dolorose, piene di imprevisti, storie leggere che davano certezza, fatti incomprensibili che facevano sorgere un sacco di domande. Anche ora continuo a guardare le figure degli albi illustrati per bambini, e da anni il mio lavoro è disegnare pagine per loro. Tento, fallisco, mi angoscio e gioisco nell’intento di realizzare qualcosa che possa fare compagnia a chi le osserva.

Negli anni ho cercato “maestri” da guardare, imitare, da cui imparare. Ho avuto la fortuna di incontrarne e di diventare amici, Raffaella Zardoni, Ben Hatke con i quali ho condiviso idee sul nostro lavoro. Ho cambiato gusti, ho cambiato modo di vedere, di pensare, lentamente, ho trovato uno stile con cui potermi esprimere. Ora mi accorgo di avere tantissima gratitudine per aver visto e forse un po’ imparato da loro una posizione più umana, ricca e fantasiosa. Questa vorrei trasmettere a piccoli e grandi. Il bello è che così la creatività finisce dentro un alveo e può diventare una strada.

A volte sembra che la propria creatività sia “imbrigliata” perché deve stare nei confini del testo da illustrare, nei limiti del tempo dato per la realizzazione, nella misura delle pagine. Ma questo dà la possibilità di coinvolgere il “lettore”. Per me, lavorare per i piccoli significa cercare di esprimere questa vita-Vita semplificando, colorando, incutendo sorpresa, esprimendo il dolore con una certa lievità, con pochi tratti, sicuri, per esempio. La certezza che anche dopo un percorso faticoso c’è la luce, quella che si cerca sempre. Magari con un faccino sorridente, una macchia di colore acceso, uno sguardo tra due persone, un gesto d’affetto, senza togliere la drammaticità. Si lavora per necessità ma in fondo per amore di qualcuno, col pensiero a qualcuno, (anche quando davanti a un foglio bianco mi assale il panico e non riesco a tenere la matita in mano).

Ecco, è un coinvolgimento personale, come chi fa il pane, chi guida i TIR, chi cura i malati, chi canta… è coinvolto nelle varie realtà, nei rapporti, e qui può trovare una strada umana, misteriosa e bella. Auguro a tutti di avere un lavoro, di trovare dei “maestri”, degli amici perché così forse nel futuro potremo avere la possibilità di cambiare questo mondo, la vita di tanti, camminando verso la Bellezza.

(Anna Formaggio)

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