“Completamente guariti? Perfettamente curati”.
Nelle ultime settimane lo slogan, ideato dall'artista-attore Alessandro Bergonzoni, ha fatto il giro di Bologna e non solo Bologna. Si sono festeggiati i 20 anni della Casa dei Risvegli Luca De Nigris e non resta che applaudire di fronte a questo bendidio inaugurato nel 2004 e che ha ospitato centinaia di pazienti, in stato vegetativo o di minima coscienza. Lì dentro, in una palazzina dell'ospedale Bellaria, regna il mistero, sotto forma di scienza e umanità.
Mi piace definire questa struttura una vera e propria cattedrale della speranza. Speranza, pensate, nata dalla disperazione di una mamma e di un papà, Maria Vaccari e Fulvio De Nigris, che avevano perso il loro figlio Luca, appena 15enne, dopo otto mesi di coma.
Forse non c'è nulla di più doloroso, tragico e ingiusto per due genitori. Eppure… eppure da questo sacrificio di Luca, Maria e Fulvio hanno trovato la forza, mattone dopo mattone, di fare del bene, partendo dal male.
La casa dei Risvegli è diventata un esempio, studiato e apprezzato in tutto il mondo. C'è una straordinaria alleanza fra i medici e i familiari dei pazienti, considerati come autentici protagonisti nel cammino di recupero dei loro cari. A volte le persone finite in stato vegetativo o di minima coscienza si riprendono, altre volte no. È nato un circuito di bontà attorno a loro, a partire dall'Associazione Amici di Luca, che li accompagna un po' in tutto, dalla gestione quotidiana alle attività teatrali. E' raro che i pazienti della Casa dei Risvegli tornino come prima del trauma, dell'incidente, del malore. Ma sono circondati da uomini, donne, professionisti, che si prendono cura di loro, con competenza e tanto amore. Ecco, prendersi cura di… Ci tocca ogni giorno.
Può essere il gesto più difficile del mondo, ma in fondo è anche il gesto più bello del mondo.
Torniamo allora allo slogan di Bergonzoni e lasciamo pure l'interrogativo sul “completamente guariti”. Non sempre si guarisce, la vita è fatta così e se ci permettete il gioco di parole, la vita stessa è inguaribile, essendo ognuno di noi esseri unici ma mortali. Ma se qualcuno ci prende e ci tiene per mano, così come siamo, la prospettiva cambia, l'esistenza stessa cambia. Ecco il segreto di questa cattedrale della speranza.
Grazie Maria e Fulvio, grazie per sempre per questa lezione di coraggio che continuate a darci. Prima o poi Bologna dovrà ricordarsi, in qualche modo, di voi.
Magari con il Nettuno d'Oro, il riconoscimento che viene consegnato ai grandi bolognesi.
di Massimo Pandolfi