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Un giardino di Forlimpopoli, della sua Forlimpopoli, sarà intitolato a Tony Golfarelli. La sindaca della cittadina romagnola, Milena Garavini, ha dato l'annuncio ufficiale sabato 15 marzo, nella splendida e suggestiva cornice della Chiesa dei Servi. Doveva essere un incontro ordinario, promosso anche dal Club L'inguaribile voglia di vivere e condotto dal nostro presidente Massimo Pandolfi. E’ diventato un pomeriggio di festa, di ricordo, di commozione. Tony era una colonna del Club L'inguaribile voglia di vivere e il suo impegno è stato costantemente ricordato nel corso della giornata. Colpito da giovane dalla sclerosi multipla, Tony è stato un esempio di come si può, sempre, dare un significato a un'esistenza. E ora, giustamente, la sua Forlimpopoli gli intitolerà un giardino, un piccolo parco: uno spazio aperto profuma sempre di libertà e Tony era un simbolo, nell'accezione più bella del termine, di libertà. Ecco, di seguito, l'introduzione all'incontro fatta dal nostro presidente Massimo Pandolf.

Si, Tony Golfarelli, il nostro caro Tony, aveva un'inguaribile voglia di vivere.L'inguaribile voglia di vivere, il Club L'inguaribile voglia di vivere, è un associazione di volontariato che aiuta le persone disabili e malate a realizzare i loro sogni. L inguaribile voglia di vivere è nata 15 anni fa e porta il nome di un mio libro. Un libro che racconta storie di malattie, disabilità, mistero, ma anche e soprattutto speranza. Ripeto la parola: speranza. Tony, il nostro caro Tony, è stato una colonna del Club. Ma è stato molto di piu. Tony è stato l'esempio vivente di cos'è l'inguaribile voglia di vivere. Di cos'è la speranza. Tony si immergeva, si tuffava ogni giorno nella bellezza e nei dolori dei misteri della vita. E lo ha fatto, per un'infinità di anni, a braccetto di una compagna antipatica, cattiva, in fondo criminale, perché alla fine lo ha in qualche modo ucciso: la Sclerosi Multipla, la Signora Maestra come la chiamava lui. Tony non la voleva la Signora Maestra, ma lei c era, non l'ha mai mollato.

L'esempio di Tony, che tutti i forlimpopolesi conoscono bene, può aiutarci. Anche per questo siamo qui. Può aiutarci a parlare di tematiche complicate e divisive come anche il cosiddetto fine vita ad esempio, Ma la lezione di Tony ci insegna anche a contare fino a dieci prima di parlare e soprattutto giudicare. Con le parole si fa confusione, c’ incartiamo, ci si divide.

La vita di Tony, se mi permettete, la carne di Tony invece non può che unirci. Ci fa abbracciare. E' bello abbracciarci. E se non ci abbracciamo mai, che vita è?
Parleremo oggi di Tony certo, ma anche di altro. Di prevenzione, ad esempio. Prevenire si può sempre. E la prevenzione oggi è importante. Fondamentale.
Ma parliamo di queste cose senza illuderci di poter diventare i padroni del mondo, sconfiggere la morte, una parola che ci fa tanto paura ma di cui invece forse si può e si deve parlare. Perché bisogna farci i conti, perché ce li faremo tutti prima o poi, come ce li ha fatti meno di un anno fa Tony. 
Anche curare si può, sempre. Ma evitiamo che il verbo curare si confonda con l'altro verbo che è il titolo del mio libro, della nostra associazione, di questo convegno: guarire.

Vi do una brutta notizia: guarire non si può sempre. Tony non è guarito, non poteva guarire. Magari un giorno la sclerosi multipla sarà sconfitta, ma nascerà un'altra malattia che si chiamerà chissà come e noi sempre lì, a rincorrere.
Succede così da milioni di anni, è lo scandalo della vita e forse anche della morte.
Ma vi do anche una bella, stupefacente notizia: non si può sempre guarire, ma curare sì. Si può sempre curare. Perché curare vuol dire prendersi cura di. E si può sempre, SEMPRE, prendersi cura di...

Tony e sua moglie Simona si sono meravigliosamente presi cura a vicenda.
Marta e suo marito Ubaldo si sono meravigliosamente presi cura di loro figlio Tony. 
Curare, curarsi, vuol dire anche costruire un mondo migliore.
Oggi come duemila anni fa, come forse due milioni di anni fa, tutti possiamo prenderci cura di me, di te, di un moribondo, di un disgraziato, di uno che non ce la fa più, perché è umano anche non farcela più.

Ogni vita è unica, irripetibile. anche quella di un malato di Sclerosi Multipla. Anche di chi sta mille volte peggio di come stava Tony. E succede.
Prendiamoci cura di --- E' un nostro dovere: durissimo, ma bellissimo.
E quando non ce la facciamo più, perchè come dicevo prima è umanissimo anche non farcela più, pensiamo a come ha vissuto il nostro Tony. Vedrete, ci darà una forza immensa. Ci darà lui una forza immensa. E magari ci aiuterà a farcela

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