Ore di lutto per noi del Club.
Poco fa è salita in cielo Patrizia Donati, la nostra cara Patty.
La mia avventura con l’inguaribile voglia di vivere è iniziata con Mario Melazzini e con lei. Fu la prima persona colpita da una grave disabilità che incontrai e che raccontai tanti anni fa nel libro l'inguaribile voglia di vivere. Siamo rimasti vicini, amici, praticamente 15 anni. L'altro giorno ci aveva mandato un messaggio, a me e a Marco, che ora mi fa piangere e rimpiangere.
Rimpiangere il fatto di non averle potuto dare l’ultimo saluto. Aveva 62 anni Patrizia, dall'8 marzo 1993, festa della donna, viveva prigioniera del suo corpo. Doveva fare un picnic con la sua famiglia quel giorno, con suo marito e i suoi figli. Un ictus l'ha fermata.
In questi 28 anni abbondanti, immobile nel suo letto, capace di parlare solo attraverso il battito degli occhi, ha fatto tanto. Per tanti. A me ha insegnato forse un po' tutto. Con i suoi occhi. Con il suo silenzio. Diciamo che mi ha fatto capire un po' meglio cos'è la vita.
“Vivo perché Qualcuno mi ama” era la sciarpa che per 28 anni ha troneggiato sopra il suo letto. Mai un capello fuori posto, la sua tenacia, la sua testardaggine, il suo stupore, la sua curiosità su tutto ciò che capitava fuori dalla sua camera, diciamo la sua inguaribile voglia di vivere, hanno fatto scuola. Lezione. Amabile lezione.
Ciao Patty, continua a darci un occhio da lassù.
di Massimo Pandolfi (presidente del Club)