Grazie al Club l’inguaribile voglia di vivere il nostro Giorgio Bettinsoli e i suoi amici hanno trascorso una vacanza al mare, a Lignano. Prima di tutto grazie a Giorgio per tutto quello che fa in aiuto al Club e poi guardate queste foto, e vi accorgerete che l’amore può tutto.
La nostra fabbrica dei sogni è in continua produzione. Dopo i progetti realizzati nel 2015 (fuori programma siamo anche riusciti a portare Pasquale Cannova nel ritiro della Nazionale di calcio a Bologna. Bello e intenso l’incontro con il ct Conte e alcuni giocatori; in più il nostro amico Francesco Martano, malato di Sla, ha assistito allo stadio Dall’Ara di Bologna alla partita Bologna-Napoli), anche per il 2016 siamo partiti alla grande. All’inizio dell’anno abbiamo donato un supporto medico all’attrice bolognese Carla Astolfi, per una vita testimonial della Casa dei Risvegli. Il Consiglio Direttivo del Club ha poi approvato altri cinque progetti, per una spesa complessiva per le casse sociali di quasi 12mila euro. Aiuteremo Jouseff, ragazzo arabo 22enne, andato in coma in seguito a una rissa, poi ospite della Casa dei Risvegli Luca De Nigris di Bologna e adesso è ritornato a ca-sa. Vorremmo farlo entrare in un progetto di attività sportive per tutto il 2016. Anche quest’anno riportiamo al mare i ragazzi disabili del Nikolajewka grazie al nostro impareggiabile socio Giorgio Bettinsoli. Tramite Paolo Marchiori, abbiamo invece aiutato il Cvs per i suoi viaggi a Lourdes. L’impegno più gravoso ma anche importante che vogliamo sostenere quest’anno è legato a Cristina Betti, una donna forlivese recentemente colpita dalla Sla; abbiamo finanziato 5mila euro per il sostegno alla famiglia e l’acquisto di eventuali attrezzature necessarie per la sua abitazione. Come da tradizione, aiuteremo anche quest’anno la nostra colonna Patrizia Donati a trascorrere un’estate con la sua famiglia.
Non gli succedeva dall’età di 8 anni, da quando una tubercolosi ossea gli ha leso la colonna vertebrale, impedendogli l’uso delle gambe e co-stringendolo, per muoversi, soltanto a strisciare. Ma ora finalmente il calvario di Borel, il ragazzo camerunense di cui il nostro club ha deciso di occuparsi, pare avviato al termine: a Bologna, dove sta seguendo unborel programma di riabilitazione, è riuscito nuovamente a rimettersi in piedi ed a muovere qualche passo. Occorreranno nuovi interventi chirurgici ma la via del completo recupero è ormai intrapresa. Quella di Borel è una storia nella quale “L’In-guaribile Voglia di Vivere” ha avuto una particina, tuttavia fondamentale: siamo stati l’anello di congiunzione di una catena umanitaria che ha avuto come principali protagonisti un medico suo connazionale, il dottor Francis Sietchiping Nzepa, e l’intero staff del Villa Maria Cecilia Hospital, la struttura ammiraglia del gruppo creato dal forlivese Ettore Sansovini. Il dottor Francis – lo chiamiamo col nome di battesimo perché fra lui e il club si è ormai instaurato un rapporto di collaborazione e di amicizia – è stato il primo a prender-si a cuore le sorti di Borel e della sua infanzia negata, portandolo in Italia e battendosi per quasi due anni contro le pastoie burocratiche e le difficoltà finanziarie che non rendeva-no possibili gli interventi operatori. La svolta è arrivata quando proprio noi del club ci siamo interessati alla vicenda, offrendo un sostegno economico e avviando una sottoscrizione. Con straordinaria sensibilità il Villa Maria Cecilia Hospital si è fatto avanti e si è offerto di effettuare gratuitamente tutti i trattamenti chirurgici necessari. Il trait-d’-union col nostro club è stata la dirigente Anna Sansovini, decisiva è stata poi la totale disponibilità dell’équipe di ortopedia guidata dal professor Raul Zini. Nel frattempo, i fondi messi a disposizione dal nostro club (8.000 euro in totale) non sono rimasti inutilizzati. Sono serviti per acquistare una nuova carrozzina per Borel – che ci auguriamo non debba servirgli troppo a lungo – e per contribuire alle spese necessarie al percorso di riabilitazione. La strada è ancora in salita. Il ragazzo dovrà tornare altre volte sotto i ferri. Ma finalmente, dopo quei primi passi mossi con l’ausilio di un tutore, si intravvede che c’è una luce in fondo al tunnel.
Claudia Sbaragli (Consiglio direttivo Club)