Rubo ancora tempo a questo giorno frenetico e anche se l’orologio della parete segna la 01:25 apro il pc e scrivo per imprimere nero su bianco il fruscio chiassoso che ronza in testa. Quanti incontri oggi, quanti volti hanno condiviso con me un pezzetto di cammino: se non è benedizione questa! Le persone vanno e vengono nelle loro corse folli ma i loro occhi, quelli che incrociano i tuoi per fermarsi un istante lungo come un respiro, quelle ti "vivono", rubano vita loro per donarla a te, prendono vita tua per averne un pezzetto: scambio di respiri e sguardi che assomigliano ad una danza.
Se penso a me tutto mi riporta ad una parola: OVERSIZE...FUORI MISURA. Ho fatto tutto fuori misura. Ho pianto fuori misura per mille motivi: genitori incomprensibili da adolescente, amici persi, amori non corrisposti, persone amate andate in cielo, albe e tramonti, piogge e venti, libri e film, sorprese inaspettate...si, ho la lacrima facile e quando mi sento addosso buio e tristezza, fidatevi, sono fuori misura anche quelli!
Ho riso fuori misura per altrettanti motivi. Ho riso sguaiatamente da farmi scappare la pipì addosso, quasi da farmi mancare il fiato ed è la sensazione più bella del
mondo, una liberazione!" CHI TI FA RIDERE, TI SALVA LA VITA SENZA SAPERLO..." Quante persone mi hanno salvata e ancora camminano accanto a me, altre mi guardano dal cielo e ridono per la matta che sono. Ho cantato fuori misura, senza contegno, a squarciagola, fregandomene di chi avevo attorno. Se ridere è liberatorio, cantare è vivere un pezzetto di Paradiso. Ho creduto e Credo davvero FUORI MISURA nel Dio Risorto e come grande compagno di cammino mi fa gioire in modo indicibile e mi rialza anche quando non vorrei affatto.
Soprattutto per Lui ho imparato ad Amare fuori misura...tante persone, senza essere corrisposta da alcuni e da altri ricevendo più amore di quello donato, ho amato animali, cose e luoghi in modo spropositato. Credo che questo sia il " fuori misura" più caro, quello che mi appartiene di più. Non sono capace di non amare. Il "fuori misura" è la mia natura da sempre. Diciamo che mamma mi ha dato alla luce con le "ossa grandi", le guanciotte ma anche con un grande sorrisone. Ho sempre sorriso tanto. Sarei falsa se dicessi che il parere degli altri non mi ha mai ferita anzi, però una preziosa amica mi ha insegnato un'arte invincibile: l'Autoironia! L'autoironia mi ha cambiato la vita! Sapete perché?
Perché da quel giorno ho compreso che io non mi porto appresso svariati kg di troppo ma HO UN CUORE GRANDE CHE HA BISOGNO DI SPAZIO! Siii! Capite perché riesco ad amare fuori misura? Perché non mi fermo all’inciampo ma proseguo ridendo. Il mio punto dolente poi rimane un piccolo fardello che gestisco più o meno egregiamente grazie ad una sana follia: una bipolarità non fuori misura ma vabbè! Avete presente il Cappellaio Matto? Ecco! Anche io me la cavo alla grande! Tutto molto bello direte ed invece… i sorrisi più grandi sono quasi sempre stati annaffiati da tante lacrime e nero profondo ed io mio malgrado l’ho provato.
Mi svegliai un giorno stanca, il giorno dopo anche e lentamente scivolai nel buio dove non mi interessava più nulla nemmeno d’amare, dove nemmeno Dio mi bastava più e tutto diventò disarmante e scuro, ma come scrive Andrew Faber, grandissimo autore: “ sei di chi ha visto i tuoi temporali, ti ha preso per mano ed è rimasto con te a ballarci dentro”. Dio in primis, la mia famiglia e amicizie grandi sono venuti attraverso i miei tornadi e mi hanno abbracciata aggiustandomi dentro, cuore e testa e allora la soluzione fu solo una: sono Risorta perché non avevo altra via che la Resurrezione.
Ho deciso di dedicare le mie giornate alle persone più in difficoltà nella cura primaria: faccio assistenza domiciliare (SAD) e spesso incontro adulti e anziani che desiderano concludere questa vita terrena e vorrebbero una risposta esaustiva che li conforti ed io non ce l’ho ma offro la mia presenza sorridente perché il nostro incontro possa essere un piccolo momento di respiro.
Ci sono giorni che faccio fatica perché l’empatia non ti risparmia sofferenza e preoccupazione, anzi: si vorrebbe aiutare tutti e non si riesce ma poi comprendo che NON SONO IO A DOVER SALVARE IL MONDO… però posso aiutare in questo! I momenti di crisi grande mi riportano alla perdita di mamma e credevo di non poter sopravvivere ad un dolore così grande ed invece mi è stata donata la Grazia di vivere la sua Rinascita al cielo ed ora saperla nel PER SEMPRE mi dona speranza, la stessa speranza che mi fa dire: sono stata creata per la Gioia ed è mio dovere condividerla.
di Michela Albanese
“Completamente guariti? Perfettamente curati”.
Nelle ultime settimane lo slogan, ideato dall'artista-attore Alessandro Bergonzoni, ha fatto il giro di Bologna e non solo Bologna. Si sono festeggiati i 20 anni della Casa dei Risvegli Luca De Nigris e non resta che applaudire di fronte a questo bendidio inaugurato nel 2004 e che ha ospitato centinaia di pazienti, in stato vegetativo o di minima coscienza. Lì dentro, in una palazzina dell'ospedale Bellaria, regna il mistero, sotto forma di scienza e umanità.
Mi piace definire questa struttura una vera e propria cattedrale della speranza. Speranza, pensate, nata dalla disperazione di una mamma e di un papà, Maria Vaccari e Fulvio De Nigris, che avevano perso il loro figlio Luca, appena 15enne, dopo otto mesi di coma.
Forse non c'è nulla di più doloroso, tragico e ingiusto per due genitori. Eppure… eppure da questo sacrificio di Luca, Maria e Fulvio hanno trovato la forza, mattone dopo mattone, di fare del bene, partendo dal male.
La casa dei Risvegli è diventata un esempio, studiato e apprezzato in tutto il mondo. C'è una straordinaria alleanza fra i medici e i familiari dei pazienti, considerati come autentici protagonisti nel cammino di recupero dei loro cari. A volte le persone finite in stato vegetativo o di minima coscienza si riprendono, altre volte no. È nato un circuito di bontà attorno a loro, a partire dall'Associazione Amici di Luca, che li accompagna un po' in tutto, dalla gestione quotidiana alle attività teatrali. E' raro che i pazienti della Casa dei Risvegli tornino come prima del trauma, dell'incidente, del malore. Ma sono circondati da uomini, donne, professionisti, che si prendono cura di loro, con competenza e tanto amore. Ecco, prendersi cura di… Ci tocca ogni giorno.
Può essere il gesto più difficile del mondo, ma in fondo è anche il gesto più bello del mondo.
Torniamo allora allo slogan di Bergonzoni e lasciamo pure l'interrogativo sul “completamente guariti”. Non sempre si guarisce, la vita è fatta così e se ci permettete il gioco di parole, la vita stessa è inguaribile, essendo ognuno di noi esseri unici ma mortali. Ma se qualcuno ci prende e ci tiene per mano, così come siamo, la prospettiva cambia, l'esistenza stessa cambia. Ecco il segreto di questa cattedrale della speranza.
Grazie Maria e Fulvio, grazie per sempre per questa lezione di coraggio che continuate a darci. Prima o poi Bologna dovrà ricordarsi, in qualche modo, di voi.
Magari con il Nettuno d'Oro, il riconoscimento che viene consegnato ai grandi bolognesi.
di Massimo Pandolfi
Qualche tempo fa mi è stato donato questo piccolo libro di poesie, nate dalla sensibilità di Domenico Ciardi, monaco della Comunità di Bose, un poeta e come tutti i poeti capace di cogliere la bellezza anche negli aspetti più comuni della quotidianità. Domenico Ciardi attualmente vive nella fraternità di Bose di Assisi e negli anni ha vissuto prima a Bose e poi nelle fraternità di Ostuni e di San Gimignano; queste poesie nascono dalla sua vita in questi luoghi e raccontano il suo sguardo sulla natura circostante, sugli avvenimenti, sulla comunità, sulla sua spiritualità, uno sguardo profondo sulla vita che sa allargare il cuore.
La prefazione di questo libro è di don Paolo Alliata, un sacerdote ambrosiano, profondo conoscitore ed appassionato di letteratura, che da anni propone, tra le altre cose, percorsi di ricerca e conoscenza di Dio attraverso le pagine dei più diversi testi (dai “classici” ad altri libri meno conosciuti). Rubo proprio dalla prefazione di don Paolo le parole che danno un’immagine bellissima delle poesie di Domenico: “La natura della poesia è forse – possiamo dire così? – di aprire squarci. Finestre sul mistero nascosto oltre il velo, alle volte così spesso e duro, delle cose”.
Ecco, queste poesie sono dei piccoli squarci da cui passa la luce ad illuminare il buio, la bellezza che può consolare anche nella tristezza o nella difficoltà, piccole finestre che si aprono sul mistero anche attraverso immagini semplici e conosciute della vita di ogni giorno.
In questi ultimi mesi ho sentito tanto il bisogno di feritoie di sereno nella mia vita ed ho scoperto che anche una poesia può essere una consolazione che apre alla speranza, ringrazio quindi Domenico per queste piccole perle di luce e ringrazio chi mi ha dato la possibilità di conoscere le sue poesie.
fragilità e fortezza
i battiti del cuore, il soffio del respiro
lo scorrere del sangue fecondo e silenzioso,
laboriosa vita, più alta e più estesa, sconosciuta…
e sgorga una parola ancora sospesa tra lacrime sorriso
apparizioni
l’arancio vivo della calendula nel sole
l’inatteso sorriso che ci coglie improvviso
quella parola che spegne il turbamento:
viviamo di uno sguardo che ci ama
di Maria Grazia Campagnani