La storia degli avvenimenti che ha unito me e Enzo sono stati la manifestazione di un Mistero che all’inizio non abbiamo compreso. Tuttavia rimanendo in esso e aderendovi con fiducia e speranza, lentamente il Mistero ci ha mostrato di essere sempre più corrispondente al vero desiderio del nostro cuore. Mi trovavo in uno stato di grave e profonda depressione quando conobbi Enzo durante un ritiro spirituale.

In realtà fu proprio il Mistero che mi si fece prossimo rivelandosi nella persona di Enzo che mi sollevò dalla polvere. La speranza alimentata dalla preghiera condivisa insieme ci ha permesso di attraversare tutte le prove che la realtà ci ha posto di fronte. Prima la mia lunga malattia oncologica a cui sono seguite cure chemioterapiche e radioterapiche: abbiamo affrontato questo doloroso evento con tanta fede e certezza nella presenza di Dio e del suo amorevole intervento. Così pure è stato grande il nostro affidamento a Lui nell’attraversare la malattia al fegato che ha successivamente colpito Enzo.

Per noi il tempo è nelle mani di Dio. Lo svolgimento della storia coincide allora con il contributo della libertà degli uomini, chiamati a dire personalmente il proprio “sì” al piano manifestato dal Signore nella vita di ciascuno. In tutti questi dolorosi avvenimenti io e Enzo siamo stati certi di essere nella vera letizia, quella gioia semplice che nasce solo dalla consapevolezza di cui parla San Paolo, dal riconoscimento della potenza suggestiva e suggeritrice con la quale i fatti manifestano la presenza di Uno più grande, che parla, agisce e ispira.

Egli opera sempre con discrezione, perché desidera che noi aderiamo in modo cosciente, con la nostra ragione e il nostro affetto, a Lui e alla sua storia. Infatti io e Enzo con la totalità della nostra persona e in completa letizia abbiamo scelto di unirci eternamente nel Signore attraverso il matrimonio cristiano.

di Anna Sansarella e Enzo Marzano

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Carlo si è arruolato nell’esercito a 19 anni. Paracadutista poi pilota di elicotteri e istruttore di voli ha partecipato a missioni internazionali di pace. Durante la Missione di Pace nei Balcani viene a contatto con l’uranio impoverito con gravissime conseguenze per la sua salute . Subisce ripercussioni multiorgano a cuore, reni, midollo e polmoni e comparsa di patologie neurodegenerative che lo obbligano a terapie quotidiane pesantissime.

Da sempre ha coltivato e mai abbandonato la passione per lo sport a livello agonistico; cinquant’anni di attività sportiva e un cumulo di medaglie e vittorie, non ultima la prima medaglia di sempre per l’Italia ai Mondiali di Kobe nel frame running, l’ausilio che permette ad atleti con difficoltà di coordinamento e di equilibrio di cimentarsi nella corsa. “Ciò che deve fare notizia - dice Carlo - non è tanto la medaglia d’oro, per quanto bellissima, ma il fatto che grazie allo sport si può vivere bene nonostante gravi patologie come la mia."

Non c’è terapia migliore di un risultato come questo che ti ripaga di tutti i sacrifici che ci sono dietro. Per questo ringrazio in particolare la famiglia, che c’è sempre soprattutto nei momenti più difficili…Una medaglia è composta da tanti piccoli frammenti fusi insieme, come un puzzle da tanti piccoli pezzi ad incastro e come un gruppo dai suoi componenti, coesi e sempre uniti.

L'unione permette di superare gli ostacoli e di raggiungere anche vette impensabili, perché "uniti" si vince sempre. TUTTI INSIEME, SENZA LASCIARE INDIETRO NESSUNO, perché la vera forza risiede nella grandezza di credere in un solo obiettivo, da raggiungere, tutti insieme, facendo ognuno la sua parte, uno accanto all'altro, né un passo avanti, né un passo indietro, ma: fianco al fianco…Perché i sogni si possono realizzare sempre, a qualunque età, se ci credi veramente”.


MAI ARRENDERSI.

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Siamo Monica e Marco di Cassano Magnago in provincia di Varese che insieme ad alcuni amici della nostra comunità pastorale S.Maurizio, ci siamo messi in cammino per rispondere alla chiamata di Maria. Un pellegrinaggio (Macerata-Loreto ndr) lungo e faticoso, infatti si parte, nel nostro caso, da Cassano in pullman per arrivare dopo circa 8 ore a Macerata e da qui camminando tutta la notte si arriva a Loreto alla casa di Maria. Lo facciamo da alcuni anni questo gesto, perché riempie il cuore di tanto amore e ascolti testimonianze di vera fraternità cristiana .

Ci ha sempre colpito il numero enorme di pellegrini che arrivano da tutto il mondo e si ritrovano a Macerata per iniziare il pellegrinaggio portando nel cammino ciascuno il proprio “fardello” e infatti la domanda che abitava il nostro cuore era: “ma come è possibile questo?”

In alcuni momenti di maggior fatica, la domanda più pressante era: “ma c'è davvero bisogno di fare 30 km a piedi di notte per essere un cristiano devoto a Maria?”La domanda non ha generato una risposta vera e propria ma ha aperto a una marea di domande, perché la fede è anche questo ma una cosa possiamo dire con certezza: ne vale la pena!”
Mentre cammini e preghi, non solo per te, per la tua famiglia e per tutte le persone che si sono affidate attraverso di te per arrivare a Loreto, ti rendi conto che fai parte di un popolo che instancabile ringrazia e chiede allo stesso tempo di essere sempre perdonato e amato. 

All’arrivo la stanchezza è tanta ma di più l’emozione, tanto da non riuscire neanche più a cantare, gli occhi si riempiono di lacrime di gioia; la strada che porta a Maria si è inondata di preghiere: di uomini e donne, di giovani e anziani, ognuno con la propria richiesta e sofferenza perché la vita e’ questa ma poi per grazia ti ritrovi a dire : “Nulla e’ impossibile a Dio !”
Ecco noi siamo andati per camminare con Lui e Lui non ci perde mai d’occhio!

di Monica e Marco Ghidelli

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