Molti sanno che nel rugby c'è il "terzo tempo". È il ritrovarsi in amicizia, nonostante il duro scontro sul campo, delle squadre rivali dopo la partita. La storia di amicizia tra Kevin Sinfield e Rob Burrow conferma la forza di questi legami. Kevin ha tagliato il traguardo della maratona di Leeds, la città della loro squadra tenendo in braccio l’amico dopo averne spinto la carrozzina per oltre 4 ore.
Rob, famoso come il più piccolo campione della lega inglese visti i suoi 165 centimetri per 70 chili, dal 2019 è affetto da una grave malattia neuromotoria. Dal momento della diagnosi la malattia ha progredito rapidamente costringendolo su una carrozzina con scarsissime possibilità di movimento. Ma non per questo si è arreso anzi continua a lottare e comunica attraverso un computer. Un piccolo grande traguardo però è riuscito a raggiungerlo grazie all'amico e allenatore della difesa della nazionale Kevin Sinfield: domenica 14 maggio Rob ha completato la maratona della sua città, Leeds. Negli scorsi anni questa maratona è diventata un evento benefico per la raccolta fondi a favore delle malattie motoneuronali. L’amico di sempre Kevin, dopo averlo spinto sulla sedia a rotelle per 42 chilometri e 195 metri, lo ha alzato e trasportato oltre il traguardo in un momento di grande impatto emotivo.: “Raccogliere fondi per la Motor Neurone Disease Association e per l’ospedale di Leeds – ha dichiarato Kevin- è importante, ma questa è stata anche una festa dell’amicizia”, perchè amicizia è anche accompagnarsi per quel tratto di cammino che è chiesto a ciascuno di noi .
Arrivare al mare..cosa ci vuole? Una corsa sulla passerella e il tuffo liberatorio nell’acqua. Non per tutti però è così. A maggio del 2022 il nuotatore paralimpico Emanuele Marigliano era stato protagonista di uno spot dal titolo eloquente: “Jamme ‘o bagno”. Una campagna significativa per abbattere le barriere architettoniche che impediscono alle persone con difficoltà motorie o fisiche di fare quello che per gli altri è un semplice gesto, ma che per loro diventa invece un’impresa. Anche Gaetano Fuso, salentino, aveva nel cuore il sogno di un accesso attrezzato al mare per persone affette da SLA, patologie neuromotorie e altre gravi disabilità motorie.
Gaetano,classe 1976, marito, padre, poliziotto, Cavaliere della Repubblica Italiana, promotore di “Io Posso” un progetto solidale nazionale che nel 2015 l’ha portato ad immaginare un luogo in cui far ritrovare a chiunque, in acqua, quella leggerezza che malattie come la SLA ti rubano e che l’aveva rubata anche a lui. Gaetano ha terminato la sua battaglia nel 2020 ma il suo sogno si è concretizzato nella Terrazza “tutti al mare!” primo accesso attrezzato al mare per persone con gravi disabilità motorie, realizzato su un tratto di spiaggia libera della marina di San Foca di Melendugno (Le) dall’associazione salentina 2HE-IO POSSO. Gaetano scriveva: “ Sentirsi pietra significa sentirsi pesanti e ingombranti. Cosa fare di questa pietra ? Sfruttare le sue potenzialità e costruire un cammino, fare della sua durezza il punto di partenza e di forza”
Il motto che accompagna la nostra Associazione - che si dedica ai minori e alle loro famiglie e, in particolare, ma non solo, ai bambini e ai ragazzi che vivono realtà di disabilità e/o disagio fisico, comportamentale, familiare e/o economico - e che sostiene sempre il nostro agire è ciò che disse Santa Madre Teresa di Calcutta: “Quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”.
Non è, però, sempre facile donare la propria “goccia”: quanti problemi, quante situazioni difficili sono sotto i nostri occhi tutti i giorni - da quelli più grandi, che sembrano superare ogni nostra possibilità di intervento, a quelli a noi più vicini - di fronte ai quali possiamo scegliere di rimanere fermi ed indifferenti oppure decidere di credere, sperare e mettersi in gioco per trovare soluzioni che possano fare felici gli altri, spinti unicamente dall’amore verso il prossimo, vivendo secondo la logica di Dio, che costantemente ci interpella proprio per darci speranza, per darci la certezza che nulla di quello che facciamo per il bene dell’altro va perduto.
I problemi ci sono e ci saranno sempre e, anche se seri e drammatici, non sono il nostro peggior nemico; il pericolo più grande della nostra vita è rimanere inermi, cercando di adattarci alle situazioni nella convinzione che, intanto, tutto è inutile… ma come diceva il beato Piergiorgio Frassati: questo non è vivere, ma vivacchiare!
Ed allora, eccoci in azione, sempre pronti a ricominciare, nonostante la stanchezza, nonostante le delusioni, nonostante tutto, tornando a sperare dopo lo smarrimento della pandemia, intravedendo il possibile dentro l’impossibile! Ecco che allora anche con la nostra Associazione ci siamo rimessi in cammino a fianco di famiglie in difficoltà che, a causa della crisi economica, non riescono a far fronte a tutte le necessità e ai bisogni dei figli; eccoci ad accompagnare bambini e ragazzi con disabilità e/o disagi di vario tipo, per aiutarli e sostenerli, convinti che ogni persona è unica ed insostituibile e che quelli che spesso vediamo come limiti, in realtà, non sono davvero una mancanza di un qualche cosa, ma piuttosto un’opportunità per arricchire le proprie potenzialità, capacità, abilità; eccoci ad impegnarci affinché ogni bambino, ogni ragazzo possa trovare la propria stella, il proprio cammino e il proprio posto nel mondo. E la gioia è ancora più grande quando ci si rende conto che c’è qualcun’altro che condivide gli stessi ideali e che è pronto ad investire nella speranza e nella solidarietà proprio come noi.
È la gioia che abbiamo provato incontrando gli amici del “Club L’inguaribile voglia di vivere”, che crede che “un uomo non perde ‘valore’ in base alla sua condizione, ma resta l’espressione più alta, ancorché misteriosa, di un’umanità degna di essere accudita da una responsabilità affezionata”. Ed insieme abbiamo cominciato a camminare, condividendo progetti ed ideali, cercando di fare di più e meglio, cogliendo le occasioni di grazia, andando e rischiando, facendo nostre le parole dell’Apostolo Paolo: “La speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5)
di Angelo e Consuelo Ceriani (fondatori dell'associazione 0-18)